Fuori dai giudizi. Dentro le soluzioni

CAM STORIES 
capitolo III
I have NO passion - I am FULL of passion

Intervista a Benedetta Coppo, Responsabile ufficio CAM di Roma

 

 

Nata a Vercelli, vivi a Bracciano; dall'acqua delle risaie a quella del lago: un legame particolare tra te e l'acqua o semplice casualità?

Sono arrivata qui per il motivo più vecchio del mondo: l’amore. Quanto al legame con l’acqua (vanto una lunga e felice parentesi sui navigli di Milano), credo che abbia influito sul mio carattere rappresentando un invito continuo alla riflessione e al cambiamento. Però che frustrazione quando da bambina mi volevano far credere che le risaie fossero un mare a quadretti…

Hai dichiarato di non avere una passione bruciante né un hobby in particolare, ma in realtà sei molto poliedrica: responsabile dell’ufficio CAM a Roma, mamma, amante dell’orto, della lettura, del teatro, dei bassotti e dei viaggi, in particolare le terre d’Irlanda ... Insomma, come dici tu, I have NO passion but I am FULL of passion: in qualche modo dai voce a tutti quelli che fanno le cose perchè gli piaccono e basta, senza fanatismi. Provare tante cose fa bene allo spirito?

Non so rispondere, ma seguo il motto “purchè funzioni”. Pensa che ho anche trascorso un’estate a fare la maglia e un’altra a preparare liquori alle erbe, tutte cose fatte serenamente male ma che mi hanno divertita. Concedo alle mie passioni di coesistere, modificarsi e sparire, ad esempio amo generi letterari molto diversi: passo da un romanzo storico a una sdolcinata alla harmony.

Dici che probabilmente in un’altra vita sei nata in Irlanda: fai uno spot, così da invogliare qualcuno a prendere e partire?

Viaggiare conta come respirare ma tornare due volte nello stesso posto mi sembra uno delitto verso tutti gli altri. Eppure, quando ho messo piede in Irlanda da ragazzina, ho sentito che ci sarei tornata perché mi sono ritrovata in tutto: la natura, la gente, la storia, il senso dell’umorismo, la musica, la letteratura e i colori. Auguro a chiunque di trovare un posto in cui sentirsi così, da portarsi dentro quando si è altrove, che in certi giorni dà una mano. Ho poi scoperto che dipende da me e non dal posto, tanto è vero che recentemente ho intuito che in una vita ancora precedente stavo a Milos.  

Ami curare l'orto: oltre che con ortaggi e frutta, cosa ti regala questa attività?

Mi sporco senza sentirmi in colpa e stacco del tutto la spina. Fare un orto non è esattamente rilassante: c’è da misurare, calcolare distanze e alternanze, guardare in prospettiva di crescita, rispettare i tempi, faticare (tanto, ma quest’anno mio marito ha messo l’impianto a goccia!) e stare concentrati perché da questo dipende la vita delle piantine, quindi quando sono lì non posso pensare a niente altro. Ecco, questo è un bel regalo. Inoltre mi viene una deliziosa marmellata di cipolle.

Come è stata la tua esperienza come attrice di uno spettacolo teatrale?

Divertentissima. Il teatro è un gioco di squadra in cui urli, fai movimenti inconsulti e ti metteti in discussione: da provare almeno una volta. Nei quattro anni di corso (uno a Milano e tre a Bracciano) ho avuto la fortuna di incontrare persone diverse per estrazione, età e ambizioni, che non credo avrei avvicinato altrove, e con molte si è creato un legame di amicizia e rispetto.

Sveglio, Ostinato, Fedele, Vivace, Giocherellone, Coraggioso; chi è? Il bassotto naturalmente; cane nato per gettarsi nei rovi più intricati alla ricerca dei conigli. Il tuo interesse per questo animale dove nasce?

Questi aggettivi valgono per ogni cane, ma i bassotti sono un discorso a parte perché non hanno consapevolezza di quanto siano piccoli e affermano il proprio carattere alla pari anche dell’umano che se ne cura, sono buffi. La prima bassotta è arriva per caso, se n’è andata purtroppo, mentre la seconda continua a farmi ridere ogni giorno. E dire che prima ero una gattara incallita…

Last but not least…sei diventata mamma da poco…come ti ha cambiato questa esperienza?

Il cambiamento più radicale è il quotidiano. Il giorno in cui ci siamo conosciute mia figlia aveva già 6 anni e nel giro di qualche minuto la vita come la conoscevo è stata sostituita dalle montagne russe, letteralmente. Quindi, anche se vorrei rispondere con qualcosa di profondo, l’ho aspettata così a lungo che adesso conta solo ballare in cucina insieme a lei.